mercoledì 24 ottobre 2012

Dimmi di Sic


In ricordo del SIC

Un breve schizzo di MARCO SIMONCELLI realizzato da un mio carissimo amico.

MotoGp: Valentino Rossi racconta Simoncelli


"Ho sognato Sic delle volte in questo anno e tutte le volte rideva, era contento e mi diceva di non preoccuparmi, speriamo che sia veramente cosi'".

Lo rivela Valentino Rossi, in collegamento con Sky Sporkt24, parlando dell'amico Marco Simoncelli, morto un anno fa nel corso del Gp della Malesia. Il "Dottore" ed il "Sic" due grandi amici dentro e fuori la pista. Un rapporto che dura anche dopo la tragica scomparsa di Marco Simoncelli lo scorso 23 ottobre, nel Gp della Malesia del 2012, finito con la sua Honda anche sotto le ruote della Ducati proprio del grande amico Valentino.
E chi meglio di Rossi, ad un anno da quell'addio che nessuno avrebbe mai voluto vivere, puo' raccontare ad un anno di distanza quei momenti, i sentimenti ed i ricordi di un rapporto indimenticabile. "Bisogna andare avanti, si va avanti, subito: una settimana dopo abbiamo corso a Valencia ed e' giusto cosi' perche' non si puo' fare altro, ti rendi conto che non sara' piu' la stessa cosa.
Ma tutto questo parlarne e' una cosa bella perche' tutti ricordano il Sic, anche perche' in queste cose e' difficile dare un limite di tempo, sembra sempre uguale", racconta Valentino. "E' facile dire quello che si prova per il Sic: gli abbiamo voluto bene perche' era uno genuino, un sanguigno", aggiunge il campione di Tavullia. "Delle volte era quasi insopportabile, perche' era uno che non mollava mai, anche quando si doveva fare l'ultima partita al bigliardino", racconta Rossi.
"Il libro sul Sic l'ho letto sul volo per il Giappone e devo dire che e' venuto molto bene, perche' tutti parlato del Sic, riuscendo a spiegare bene come era. Io lo ricordo con il volto felice nonostante questa cosa bruttissima che era successa", aggiunge. Il "Dottore", quindi, confessa che all'inizio non aveva capito la vera potenzialita' di Simoncelli.
"Quando correva con le mini moto e andava molto forte non l'avevo mai visto - racconta -, poi quando ha iniziato a venire alla cava era un po' piu' lento perche' non aveva abbastanza esperienza. Ma il Sic era uno che migliorava tanto, ci metteva un po' di tempo ma poi ci arrivava e quindi la prima volta non sapevo dove poteva arrivare".
"Quando ci siamo conosciuti era un momento particolare, in cui la differenza d'eta' si sente: io avevo 24 anni e lui 16, ma quando si diventa piu' grandi si diventa grandi amici. Quando dal 2007 ha cominciato ad allenarsi con me in palestra me lo sono goduto, perche' lo vedevo tutti i giorni", racconta Rossi, parlando della sua tenacia, del fatto che non mollava mai. E ricorda come in un'ultima sfida con le moto da cross alla cava, Marco, nel tentativo di batterlo e' caduto, fratturandosi un polso.
Un incidente che gli ha fatto iniziare in ritardo la stagione 2009. "Diciamo che li' si e' giocato il mondiale - dice - perche' senza quell'infortunio avrebbe vinto, visto che ha saltato due gare ed e' arrivato a giocarsi il titolo alla fine con Aoyama. Era migliorato tantissimo sotto tutti gli aspetti, soprattutto nell'ultimo anno mi aveva sorpreso. Aveva fatto passi avanti, peccato che nel momento in cui ci saremmo divertiti e poteva portare a casa grandi risultati nella MotoGp sia successo quel tragico incidente".
Il pesarese, quindi, rivela un altro aspetto privato della sua amicizia con Simoncelli. "Quando mi sono rotto la gamba veniva a trovarmi, ma per darmi un saluto. Veniva come i miei amici piu' stretti - afferma Rossi - mi e' stato vicino in quelle due-tre settimane in cui sono rimasto fermo sul divano, che non mi potevo muovere. E' stato divertente vedere le partite insieme, anche perche' lui era milanista ed io interista: ci sono stati tanti sfotto'".
Il Sic amato da tanta gente, cosi' tanta che nemmeno lui o i suoi familiari si sarebbero aspettati: "la risposta della gente dopo l'incidente e' stata incredibile, sapevamo che c'era stata tanta gente che gli voleva bene ma era ancora di piu'". E sulla Fondazione creata dai genitori di Marco, sottolinea come stiano facendo "qualcosa di buono, per ricordare il Sic nel modo migliore e tutte per scopi benefici, per dei fini importanti. E' anche un modo per non dimenticarlo".
Rossi come un fratello maggiore che a volte dava consigli, spesso senza essere ascoltato, all'amico e collega piu' giovane: "Delle volte mi stava a sentire, ma spesso faceva di testa sua". Quindi un altro ricordo del loro rapporto amichevole: "Al termine della stagione 2008 siamo andati insieme a cena a Pesaro. E' uno dei ricordi piu' belli, perche' eravamo tutti e due molto felici: eravamo due campioni del mondo che si allenavano nella piccola palestra a Pesaro".
Il Sic gli manca... "mi manca la sua compagnia, perche' quando c'era faceva la differenza, mi manca il suo carattere, la sua positivita', la sua felicita' di andare in moto. Mi manca come manca un vero amico - rivela - Lui era un mio tifosissimo sin da piccolino, e' cresciuto sperando di diventare come me e tutte le volte che eravamo insieme si sentiva questa cosa, che era felice di stare con me: mi aveva seguito, mi aveva visto vincere tante gare e voleva diventare come me", racconta anche con un po' d'orgoglio Valentino.
"E' un grandissimo peccato che non ci sia piu', come amico, come persona e soprattutto per tutta la MotoGp non avere piu' un pilota come lui. Per tutto il motociclismo, perche' un pilota come lui ti teneva attaccato alla televisione, perche' qualcosa veniva fuori sempre, perche' ci provava sempre".